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Buona visione: Will Trent

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Buona visione: Will Trent

Ha fatto scalpore la recente notizia che su Disney+ presto ci saranno dei tagli nel catalogo, rendendo più povera la piattaforma.

Notizia bomba unita a quella ugualmente allarmante della diminuzione degli abbonamenti e dell’abbandono di ex abbonati. Un abbandono comprensibile quando non vi è uno stabile rapporto qualità prezzo e Disney non pare capire che bisogna corteggiare i propri clienti, non allontanarli.

In questo incontrollato caos commerciale, dove sembra che ci saranno altri licenziamenti (come se non ce ne fossero stati abbastanza) in casa Disney, sembra che la piattaforma non abbia un granchè da offrire se non le solite cose.

Fortunatamente, per chi sa cercare, non è così. La serie Will Trent ne è una dimostrazione.

Neurodivergenza e traumi: un manuale

 Will Trent è una serie televisiva drammatica police procedural basata sull’omonima serie di romanzi di Karin Slaughter.

Chi è Will?

Will Trent, è un investigatore geniale, abbandonato quando era un neonato e divenuto un’importante risorsa della Georgia Bureau Investigation (GBI). 

Ha occhio per i dettagli, è nello spettro autistico e difficilmente riesce a capire gli altri, lo spettro delle emozioni è troppo complesso per lui.

Ma è un investigatore geniale,  e questo gli ha permesso di diventare l’agente GBI con il più alto tasso di risoluzione dei casi. Purtroppo ha anche dovuto indagare sulla corruzione interna della polizia, arrestando molti agenti.

Questo ovviamente non ha giovato alla sua popolarità: già era un paria prima, difficile da avvicinare. Dopo, è diventato mille volte peggio.

Non è solo, però. Anche se le sue relazioni sono incasinate quanto lui, e tutti hanno bisogno di fare un passo indietro e fare terapia.

La serie non perfetta, a volte abbastanza prevedibile, ma ha un punto di forza nei personaggi e nelle loro storie, che ti catturano in una spirale discendente  e ti fa desiderare di vedere di più.

Will Trent regala emozioni, ti dice va bene se una relazione non funziona, non è colpa tua, semplicemente non eravate giusti l’uno per l’altro.

La disabilità del protagonista non viene glorificata nel classico l’eroe ha superato un altro ostacolo, la disabiltià ci rende solo speciali.

Non ci sono apologie, ma una cruda descrizione di difficoltà reali e sentite.

Will Trent merita una possibilità. E per quelli che alla fine della prima stagione vorranno di più, c’è una buona notizia: la serie è stata rinnovata per una seconda stagione.

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Annamaria Nazzaro

Collaboratrice, futura storica dell'arte (si spera) ed appassionata di fumetti, videogiochi, serie tv e film. Attualmente ho un podcast, Eva deve morire, su Spotify. Spero di potervi vedere presto anche lì.

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