Breve analisi – Quarto potere

Breve analisi – Quarto potere

Quarto Potere (Citizen Kane) di Orson Welles del 1941 è tutt’oggi considerato uno dei capolavori assoluti della Storia
del Cinema, se non Il capolavoro. Il film per eccellenza che ha dato il più sincero avvio alla fase dell’analyse du film dei primi anni ’60.

La sua complessa trama e le scene finemente pensate danno al film e al suo creatore un curioso, ma giustificato, successo. Un successo anticipato dal singolare annuncio radio di Welles che terrorizza l’America per un’imminente invasione aliena, poi rivelatasi falsa.

Prima terrorizzare, poi stupire il sogno americano presentando la vicenda di un eroe fallimentare: questo l’obiettivo di Orson Welles e della sua opera.

Titolo di Quarto Potere, Orson Welles (1941)

La genesi del mistero

Un’analisi peculiare ma allo stesso tempo profondamente dettagliata del deceduto protagonista, il ricco magnate Charles Foster Kane, proprietario di una sontuosa villa ricchissima di cimeli e monumenti da tutto il mondo, considerato uno degli uomini più ricchi e influenti della sua epoca, scalatore sociale per eccellenza grazie al suo successo nell’editoria.

Così viene descritto l’uomo più potente d’America (il cosiddetto Cittadino Kane) da un rullo di cinegiornale proiettato in una buia saletta d’un qualche centro editoriale. Un’inquadratura laterale ci mostra il proiettore che indirizza il suo fascio di luce e suoni su di un telo rettangolare: i fasci luminosi sono evidentissimi, quasi a tagliare l’opprimente nube di fumo delle sigarette dei giornalisti.

Welles subito ci mostra chi stava guardando. Chi si cela dietro un documentario così dettagliato, persino a conoscenza delle ultime parole del magnate sul letto di morte: ‹‹Rosebud›› (‹‹Rosabella››). Il cosiddetto ‹‹quarto potere››, la capacità dell’editoria e della stampa di veicolare l’opinione pubblica.

Quarto Potere, Orson Welles (1941) – Charles Foster Kane in uno dei suoi discorsi

Immagine di cristallo

La saletta, scura, ci viene mostrata da un’inquadratura fissa dall’alto, a mostrare i numerosi giornalisti che la riempiono, disinvolti e sfacciati, annichiliti dalla coltre di fumo. Sullo sfondo due piccole finestrelle fanno entrare dei fasci di luce dall’esterno che schermano e definiscono poche figure.

Interessante è proprio l’uso del controluce che ritaglia i bordi delle figure, staccandole dallo sfondo ma facendole rimanere misteriose. I tratti somatici a malapena si distinguono, come se Welles volesse mantenere l’anonimato di quegli individui: i giornalisti non sono altro che dei mediatori e dei veicolatori.

Ciò che importa non sono i loro volti ma le notizie, vere o false che siano, trasmesse alla massa. Difatti, tutti i volti nel film – specie quello del Cittadino Kane – non sono mai ripresi interamente. Tutte le figure sono ritagliate, frammentate, alla ricerca di quell’immagine che lo stesso Welles definisce ‹‹di cristallo››. Nessun personaggio, specie il protagonista, è ben definito e mostrato. Tutto è circondato da mistero.

Breve analisi – Quarto potere, Orson Welles (1941)

Tornando alla sequenza, seguono una serie d’inquadrature fisse dal basso, quasi ad ingigantire i soggetti, a dare loro forte impatto nell’immagine. Questo tipo di inquadrature le si ritrova in tutto il film, specie nelle sequenze iniziali dove si alterna l’uso di inquadrature dal basso all’uso del grandangolo che distorce le immagini, quasi a fornire una certa “irrealtà”.

Ma il caporedattore non è soddisfatto. Il cinegiornale non ha mostrato, a parer suo, tutte le sfaccettature e gli eventi fondamentali che hanno permesso a Kane di diventare ciò che è diventato.

‹‹Non basta dire ciò che un uomo ha fatto, bisogna dire anche quello che era!››

Quarto Potere, Orson Welles (1941)
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