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Pinocchio di Guillermo del Toro, una favola struggente

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Ammettiamolo: da italiani, di Pinocchio un po’ ci siamo stufati.

La maggior parte di noi conoscono già la storia a menadito, senza contare quelli traumatizzati dal pallosissimo fedele adattamento di Benigni, come la sottoscritta.
Be’, dimenticate tutto questo: mai scommettere contro Guillermo del Toro.

Il suo è uno dei migliori adattamenti di Pinocchio in assoluto, donandoci una versione antifascista e struggente della favola di Collodi, con un’animazione stop motion che la valorizza appieno.

Pinocchio di Guillermo del Toro

La trama

Non sarebbe un film di Guillermo del Toro se la storia non prendesse una svolta inquietante, con non pochi elementi macabri.

Dopo aver perso il figlio Carlo anni or sono, Mastro Geppetto è sprofondato nella depressione più buia, dandosi all’alcolismo.

In un giorno di particolare sofferenza, il falegname prende una decisione folle: crearsi un nuovo figlio con della legna di pino, lo stesso pino che veglia sulla tomba di Carlo.

Ma a sua insaputa, qualcuno osserva il suo lavoro e ascolta le sue preghiere…

Pinocchio di Guillermo del Toro

Mossa a compassione, uno spirito potente esaudisce il suo desiderio: Pinocchio prende vita, per portare gioia nella sua esistenza.

Come bussola morale, al fianco del burattino resterà il grillo Sebastian, un intellettuale con la voce del mitico Ewan McGregor.

Sebbene all’inizio sia terrorizzato dallo strano bambino di legno, Geppetto si affezionerà a lui: ma siamo nell’Italia del ventennio fascista, e ben presto le cose si complicheranno.

Pinocchio

I temi e l’animazione

In questo film il messaggio antifascista – di cui purtroppo, considerando recenti sviluppi politici, abbiamo sempre più bisogno – è espresso in modo privo di ambiguità e spesso divertente, in modo che persone di qualunque età possano apprezzarlo.

È facile dimenticarsene, ma Pinocchio è un film indirizzato (anche) ai bambini, e per fortuna i momenti di pura ilarità non mancano.

Pinocchio

Il tema centrale della storia non è però la satira politica, ma qualcosa di più intimo e universale: la morte, il lutto, l’importanza della vita e di viverla appieno.

Se il rapporto padre-figlio fra Geppetto e Pinocchio non vi smuove e se il finale di questo film non vi farà commuovere almeno un po’, o avete un ghiacciolo al posto del cuore, o la magia del cinema proprio non fa per voi.

Inoltre, se la morale di Collodi era un tantino reazionaria (“rispetta i genitori e l’autorità, obbedisci, fai quello che ci si aspetta da te e diventerai un bambino vero”), del Toro sceglie invece la ribellione, la rivendicazione della libertà.

Pinocchio non è interessato alla propaganda fascista, non fa il “bravo bambino” che fa tutto quello che gli viene detto, non si vergogna di quel che è, ed è qui che sta il suo bello.

E che dire della splendida animazione stop motion, se non che è perfetta per questo genere di pellicola?

Pinocchio

Lo stop motion è ideale per le atmosfere dark, cupe, per animare il grottesco (pensate a The Nightmare Before Christmas e a Coraline): e anche qui fa centro.

In particolare, la “fata turchina” e un altro personaggio (il cui ruolo non vi svelerò) sono delle vere meraviglie dell’animazione.

Pinocchio

Detto in poche parole, il regista messicano ha realizzato un altro capolavoro, che non posso fare a meno che consigliare a tutti. Buona visione!

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