Beetlejuice Beetlejuice
Lo scorso 5 settembre è finalmente arrivato nelle sale cinema Beetlejuice Beetlejuice, l’attesissimo sequel del classico cult del 1988. Dalla regia di Tim Burton, torna sul grande schermo parte del cast originale, Winona Ryder, e Catherine O’Hara, che riprendono i loro ruoli assieme a nuovi membri: Jenna Ortega, Justin Theroux, Monica Bellucci, Michael Keaton e Willem Dafoe.
Trama
Lydia Deetz (Winona Ryder), la ragazza protagonista del primo film, è diventata conduttrice di un talk show soprannaturale prodotto dal suo fidanzato Rory e intitolato Ghost House, in cui esamina casi di abitazioni invase da fantasmi. Lydia è tormentata da visioni di Beetlejuice, il fantasma demone che aveva perseguitato la sua famiglia trent’anni prima.
Mentre gira una puntata del suo show, Lydia riceve una chiamata dalla sua matrigna Delia (Catherine O’Hara) la quale le comunica che suo padre Charles è morto in un incidente aereo. Le due donne decidono di recarsi a Winter River per il funerale, ma prima passano a prendere Astrid (Jenna Ortega) al collegio. Lydia e Astrid hanno un rapporto difficile, in quanto la figlia accusa la madre di passare più tempo con fantasmi che con lei. Astrid, inoltre, non crede che la madre sia veramente in grado di vedere i fantasmi e vorrebbe avere una famiglia normale.
Una volta arrivati a Winter River, Lydia scopre che Beetlejuice, che nel frattempo si è ritrovato in un grosso guaio, è davvero tornato, e forse i due dovranno trovare un modo di aiutarsi a vicenda.
Beetlejuice torna con il suo classico umorismo, in nessun caso reso “politically correct”. Lo stile di Tim Burton è inconfondibile: divertente, ironico e bizzarro, con addirittura una scena in stop-motion. Oltre agli elementi gore e agli strani e originali corpi del mondo dei morti, quello che completa al meglio la produzione del film è la colonna sonora che accompagna le scene. Il film si apre con la telecamera che percorre le strade di Winter River sulla musica originale di Danny Elfman. Viene riproposto anche il classico “Day-O (The Banana Boat Song)” di Harry Belafonte, presente nel film del 1988. Ma a lasciare senza parole è sicuramente la sequenza alternata musical/inseguimento della scena del matrimonio.
Ciò che rende Tim Burton unico è la sua capacità di rappresentare personaggi mai visti prima, frutto della fantasia e dell’originalità di un regista che non ha paura di dare sfogo alla propria immaginazione e di liberare la sua espressività creativa, proprio come ha sottolineato Winona Ryder in occasione della cerimonia di conferimento della stella al regista alla Hollywood Walk of Fame:
“Tim la tua amicizia è stata un dono enorme. Quando ti ho conosciuto ero una ragazza strana e tu hai affermato la mia voce, hai rafforzato la mia fiducia nell’essere me stessa, nell’andare contro le correnti del conformismo. La tua inclusività creativa mi ha fatto capire cosa significhi una vera collaborazione artistica e, in altre parole, hai fatto sì che essere una ragazza strana non fosse solo ok, ma qualcosa da celebrare e persino un po’ cool. E hai portato la fiaccola per noi ‘tipi strani’ in tutto il mondo, facendoci sentire visti e apprezzati. Congratulazioni.” – Winona Ryder
Laureata in Traduzione, da sempre mi appassionano la lingua e la cultura giapponese!